DEVO DIRTI QUALCOSA

Ricordo quel giorno come se fosse ieri, un momento che rimarrà per sempre impresso nella mia memoria e nel mio cuore. Era una giornata limpida, con un cielo azzurro senza nuvole, e una leggera brezza che faceva frusciare le foglie degli alberi intorno a noi. Eravamo nel nostro centro comunitario, circondati dai giovani che avevamo imparato a conoscere e amare come una seconda famiglia. Era un giorno speciale, un giorno in cui tutto sembrava perfetto.

Ti eri avvicinato a me con un sorriso che parlava più di mille parole. Nei tuoi occhi brillava una luce che non avevo mai visto prima, una luce di pura gioia e gratitudine. Mi prendesti per mano e, con un gesto dolce e sicuro, mi portasti fuori, verso il giardino che avevamo curato insieme con tanto amore.

Ho qualcosa da dirti“, avevi iniziato, la tua voce tremava leggermente per l’emozione. “Oggi è un giorno speciale, non solo per il centro, ma anche per noi. Voglio che tu sappia quanto sei importante per me, quanto hai cambiato la mia vita. Sei il mio rifugio, la mia forza, la mia ispirazione. E oggi voglio donarti la mia vita, completamente.

Quelle parole risuonarono dentro di me, riempiendo ogni angolo del mio essere di una felicità che non avevo mai conosciuto prima. Sentii le lacrime formarsi negli occhi, ma erano lacrime di pura gioia. Ti guardai negli occhi, profondamente colpita dalla sincerità e dall’amore che vedevo riflessi in essi.

Anche tu sei tutto per me“, risposi, la voce rotta dall’emozione. “Da quando ti ho incontrato, la mia vita ha preso un significato nuovo, un significato che non avrei mai immaginato. La tua presenza, il tuo amore, hanno riempito ogni vuoto dentro di me. Oggi, guardandoti negli occhi, tocco la felicità a piene mani. Non ho mai desiderato nulla di più di questo momento, di questo dono che mi fai.

In quel momento, ci abbracciammo stretti, sentendo i battiti dei nostri cuori sincronizzarsi. Era come se tutto il mondo fosse sparito, lasciandoci soli in un universo di pura beatitudine. La felicità che provavamo era tangibile, una presenza viva e vibrante che ci avvolgeva.

Quella riflessione, quel momento, fu una conferma della strada che avevamo scelto di percorrere insieme. Ogni sacrificio, ogni difficoltà affrontata, sembrava insignificante di fronte a quella felicità pura e autentica. Avevamo trovato la nostra casa l’uno nell’altra, un rifugio sicuro dove l’amore e la fede ci guidavano e ci sostenevano.

Mentre continuavamo a camminare insieme, affrontando le sfide della vita e del nostro impegno nel centro comunitario, sapevamo che la nostra forza risiedeva in quel legame indissolubile. Ogni giorno era un nuovo inizio, una nuova opportunità di vivere e crescere insieme, con la certezza che l’amore che ci univa avrebbe superato qualsiasi ostacolo. E così, con la felicità nel cuore e la speranza nell’anima, continuavamo a guardare avanti, pronti a costruire un futuro luminoso e pieno di amore. La tua vita, donata a me in quel giorno speciale, era il regalo più prezioso che avessi mai ricevuto, un dono che custodivo con gratitudine e amore infinito.

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UNA SENSAZIONE STRANA

Il tempo passava, e con ogni giorno che vivevamo insieme, sentivamo crescere dentro di noi una nuova consapevolezza. Il nostro legame, nato per caso e cementato dalla fede e dall’affetto reciproco, iniziava a rivelarsi come qualcosa di più grande, di più profondo. Avevamo trovato una forza l’uno nell’altra che ci spingeva a guardare oltre noi stessi, a considerare come potevamo mettere il nostro amore e le nostre esperienze al servizio degli altri.

Un giorno, durante una delle nostre lunghe passeggiate, iniziammo a parlare del futuro. Parlammo dei nostri sogni, delle nostre aspirazioni, e di come avremmo potuto fare la differenza nel mondo.

Sai“, dissi pensierosa, “ho sempre sentito che c’è una chiamata dentro di me. Qualcosa che mi spinge a dedicarmi agli altri, a fare qualcosa di significativo per chi ha bisogno.

Anche io ho questa sensazione“, rispondesti, stringendo la mia mano. “La musica è sempre stata il mio rifugio, ma sento che potrei usare questo dono per qualcosa di più grande. Forse possiamo trovare un modo per unire le nostre passioni e fare del bene insieme.

Quelle parole piantarono un seme nei nostri cuori, un’idea che iniziò a germogliare e a prendere forma. Decidemmo di dedicarci a un progetto comune: aprire un centro comunitario dove i giovani potessero trovare sostegno, ispirazione e una guida. Un luogo dove potessero esprimersi attraverso la musica, l’arte e la fede, trovando una famiglia allargata pronta ad accoglierli.

Era una scelta audace, una decisione che molti attorno a noi trovavano difficile da accettare. I nostri amici e le nostre famiglie ci guardavano con scetticismo, preoccupati che stessimo rinunciando a carriere promettenti e a una vita più stabile per inseguire un sogno incerto.

Siete davvero sicuri di voler fare questo?“, ci chiedevano. “Non è una scelta facile. Ci saranno tante difficoltà e sacrifici da affrontare.

Ma noi non ci lasciammo scoraggiare. La nostra fede ci dava la forza di credere che, nonostante le sfide, stavamo seguendo la strada giusta. Sentivamo che l’Amore, quello con la ‘A’ maiuscola, ci accompagnava e ci guidava verso questa missione.

Iniziammo a lavorare sodo, cercando finanziamenti, trovando un luogo adatto e coinvolgendo altre persone che condividevano la nostra visione. Non fu facile. Ci furono momenti di dubbio e sconforto, notti insonni passate a discutere e a pianificare. Ma ogni volta che le difficoltà sembravano insormontabili, trovavamo conforto nel nostro legame e nella fede che ci aveva uniti.

Finalmente, dopo mesi di duro lavoro, riuscimmo ad aprire il nostro centro comunitario. Fu un giorno di grande gioia, ma anche di timore. Eravamo consapevoli che il vero lavoro iniziava proprio allora.

I primi giovani che varcarono la soglia del nostro centro arrivarono con occhi pieni di speranza e di paura. Li accogliemmo con calore, offrendo loro un luogo sicuro dove poter essere se stessi, dove poter scoprire e coltivare i loro talenti. Ogni sorriso, ogni progresso, era una conferma che avevamo fatto la scelta giusta.

La musica e l’arte divennero strumenti potenti per comunicare e guarire. Organizzammo laboratori, concerti, serate di lettura e momenti di preghiera condivisa. Il centro iniziò a fiorire, diventando un faro di speranza per tanti giovani che trovavano in esso un rifugio e una famiglia.

Tanta strada ancora c’è da fare, e ogni giorno porta nuove sfide e nuove opportunità. Ma non ci lasciamo scoraggiare. Sappiamo che non siamo soli in questo cammino, che l’Amore ci guida e ci sostiene. E così, continuiamo a camminare insieme, mano nella mano, con la certezza che il nostro viaggio, per quanto difficile, è pieno di significato e di bellezza. Abbiamo scelto di vivere non solo per noi stessi, ma per gli altri, con il cuore aperto e la speranza di fare del mondo un posto un po’ migliore.

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INCREDIBILE

Era una giornata d’autunno, una di quelle in cui il cielo è di un azzurro così intenso da sembrare irreale, e le foglie degli alberi tingono il paesaggio di sfumature dorate e rosse. Decidemmo di fare una gita fuori città, verso una valle che avevi scoperto durante uno dei tuoi vagabondaggi solitari. Mi avevi parlato di quel luogo come di un angolo di paradiso, un rifugio perfetto per chi cerca pace e bellezza.

Camminammo a lungo, seguendo un sentiero che serpeggiava tra colline dolci e prati infiniti. L’aria era fresca e frizzante, riempiendo i polmoni di una vitalità nuova. Ogni passo ci avvicinava a quel luogo speciale che avevi descritto con tanta passione. E finalmente, arrivammo.

Davanti a noi si apriva una vista mozzafiato: una vallata verdeggiante, incorniciata da montagne maestose, con un ruscello che serpeggiava dolcemente al centro. Era come essere entrati in un quadro, un’opera d’arte vivente creata dalle mani del Creatore. Ci sedemmo su una roccia piatta, immersi nel silenzio e nella bellezza di quel paesaggio arcaico.

Per un lungo momento, restammo in silenzio, contemplando l’infinita bellezza della creazione. Era come se il mondo intero si fosse fermato, lasciandoci soli con i nostri pensieri e con la natura intorno a noi. Sentii una pace profonda, una sensazione di appartenenza che raramente avevo provato prima. Accanto a te, tutto sembrava più chiaro, più semplice.

È incredibile“, sussurrai, rompendo il silenzio. “Qui si sente davvero la presenza di qualcosa di più grande, qualcosa di eterno.

“, rispondesti con un sorriso sereno. “È come se questo luogo ci ricordasse quanto siamo piccoli e quanto è grande il mondo. Ma allo stesso tempo, ci fa sentire parte di qualcosa di meraviglioso.

Mentre parlavamo, mi accorsi di quanto fossimo simili. Nonostante le nostre esperienze diverse, i nostri cuori battevano all’unisono, mossi dallo stesso amore per la bellezza del mondo e dalla stessa ricerca di significato. Le parole fluirono facilmente, come se avessimo sempre saputo cosa dire l’uno all’altra.

E poi, in un gesto naturale e spontaneo, le nostre mani si intrecciarono. Fu un momento di pura magia, in cui sentii la tua vicinanza in modo tangibile. Non era solo la stretta fisica delle mani, ma un incontro di anime, un riconoscimento silenzioso di quanto eravamo diventati importanti l’uno per l’altra.

Grazie“, dissi semplicemente, guardandoti negli occhi. “Grazie per essere qui, per essere te stesso.

Grazie a te“, rispondesti, stringendo leggermente la mia mano. “Non avrei mai immaginato di trovare qualcuno con cui condividere tutto questo. Mi fai sentire completo.

La solitudine che avevamo conosciuto, quella sensazione di essere sempre alla ricerca di qualcosa di indefinibile, svanì in quel momento. Ci scoprimmo simili, non solo nelle nostre passioni e nelle nostre fedi, ma anche nelle nostre fragilità e nei nostri desideri più profondi. Sentimmo i nostri cuori cantare all’unisono, un coro silenzioso di speranza e gioia. Restammo lì, immersi nella contemplazione della creazione, le mani intrecciate e i cuori leggeri. Quel giorno, quel luogo, segnò una nuova tappa nel nostro cammino. Non eravamo più solo amici; eravamo anime affini, unite da un legame indissolubile. E mentre il sole tramontava, tingendo il cielo di sfumature calde, sapevamo che la nostra storia era solo all’inizio, un viaggio che avremmo intrapreso insieme, mano nella mano, con la certezza di non essere mai più soli.

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CONFORTO E GUIDA

Nelle settimane che seguirono, scoprimmo un’altra sorprendente connessione che ci univa: la nostra fede. Era un argomento che non avevamo mai esplorato nelle nostre conversazioni iniziali, ma che emerse naturalmente una sera mentre passeggiavamo lungo il fiume.

Non so se te l’ho mai detto“, iniziasti, “ma la musica non è l’unica cosa che mi dà forza. La mia fede è stata un faro nella mia vita, qualcosa che mi ha aiutato a trovare speranza anche nei momenti più bui.

Sorrisi, sentendo una familiarità in quelle parole. “Anche per me”, risposi. “La fede ha sempre avuto un ruolo centrale nella mia vita. È stata una fonte di conforto e guida, soprattutto nei momenti di incertezza.

Condividere questo aspetto così personale e profondo delle nostre vite aggiunse un nuovo livello alla nostra amicizia. Scoprimmo che, nonostante le nostre esperienze di vita fossero diverse, trovavamo entrambi un grande sostegno nelle cose di Dio. Le nostre conversazioni si arricchirono di riflessioni spirituali, di domande esistenziali, di una ricerca comune di significato e di scopo.

Una domenica mattina, decidemmo di andare insieme a una piccola chiesa in campagna. Era un luogo semplice, ma pieno di pace e serenità. Durante la messa, sentivo la presenza del divino avvolgerci, come se fosse un abbraccio invisibile che ci univa ancora di più. Gli inni risuonavano nell’aria, e sentivo la tua voce unirsi al coro, forte e sincera.

Dopo la messa, ci sedemmo sotto un grande albero di quercia nel cortile della chiesa, godendoci la tranquillità del momento. Parlammo delle nostre esperienze di fede, delle preghiere che ci avevano dato conforto, dei miracoli quotidiani che ci facevano sentire grati.

La fede mi ha sempre dato la forza di andare avanti“, dissi. “Anche quando tutto sembrava perduto, sentivo che non ero mai davvero sola.

È lo stesso per me“, rispondesti, con un sorriso che irradiava pace. “Sapere che c’è qualcosa di più grande di noi, qualcosa che ci guida e ci protegge, mi ha sempre dato speranza.

Questi momenti condivisi rafforzarono ulteriormente il nostro legame. La fede diventò un ponte tra le nostre anime, un terreno comune su cui costruire la nostra amicizia. Ogni volta che ci sentivamo persi o confusi, sapevamo di poter contare l’uno sull’altro e sul nostro comune amore per le cose di Dio.

Le nostre vite, pur seguendo percorsi diversi, sembravano ora intrecciate da un filo invisibile di destino e fede. Non era solo il caso ad averci uniti, ma una forza superiore che ci aveva messo sullo stesso cammino. Questo ci dava una certezza nuova, una consapevolezza che non eravamo mai davvero soli. E così, continuavamo a camminare insieme, due anime in cerca di verità e significato, trovando nella nostra amicizia e nella nostra fede la forza per affrontare ogni sfida. Insieme, scoprimmo che la vita, con tutte le sue complessità e incertezze, poteva essere un viaggio straordinario, illuminato dall’amore per Dio e dall’affetto sincero di un vero amico.

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PUNTI DI RIFERIMENTO

Le nostre conversazioni, che inizialmente erano leggere come l’aria estiva, iniziarono a esplorare territori più profondi, più personali. Una sera, mentre il sole tramontava, tingendo il cielo di colori caldi e dorati, ti sei aperto come mai avevi fatto prima.

Seduti su una collina che dominava la città, hai iniziato a raccontarmi la tua storia. Mi hai parlato di un’infanzia segnata dall’assenza di un padre che non avevi mai conosciuto e di una madre troppo giovane per capire come prendersi cura di un bambino. Mi hai descritto la tua solitudine, la sensazione di essere sempre fuori posto, di non appartenere a nessun luogo.

È stato difficile“, hai detto con voce sommessa, lo sguardo perso all’orizzonte. “Crescere senza punti di riferimento, senza qualcuno che ti guidi. Mi sono sempre sentito come un pezzo mancante di un puzzle che non riesco a completare.

Il tuo racconto mi toccò profondamente. Sentivo la tua sofferenza, la tua lotta per trovare un senso in un mondo che ti sembrava così alieno. Eppure, c’era anche una forza straordinaria in te, una determinazione a non arrenderti, a cercare una via per superare il dolore.

Quando ho scoperto la musica, è stato come trovare una parte di me che era sempre mancata“, hai continuato, mentre un sorriso triste affiorava sulle labbra. “È diventata il mio rifugio, il mio modo di dare voce a ciò che non riuscivo a esprimere a parole.

Quella sera, mentre ascoltavo il tuo racconto, mi resi conto di quanto fossi coraggioso. Non solo per aver affrontato una vita così difficile, ma per aver scelto di condividerla con me. Non cercavi pietà o compassione, ma semplicemente comprensione. E in quel momento, sentii un legame ancora più forte con te.

Anch’io ho avuto i miei momenti difficili“, ti confidai. “La sensazione di non essere mai abbastanza, di non trovare il mio posto nel mondo. Ma ascoltandoti, mi rendo conto che non siamo poi così diversi. Abbiamo entrambi cercato di trovare il nostro cammino, di costruire la nostra identità.

Le nostre serate continuarono così, fatte di racconti e confidenze, di risate e silenzi condivisi. Ogni parola scambiata aggiungeva un tassello al mosaico della nostra amicizia, rendendolo sempre più complesso e prezioso. Scoprire la tua storia mi aveva aiutato a comprendere meglio anche la mia, a vedere le nostre vite intrecciarsi in un modo che sembrava destinato.

Grazie per fidarti di me“, ti dissi una sera, mentre le stelle brillavano sopra di noi. “La tua storia mi ha toccata profondamente. Spero che tu sappia quanto sei speciale.

E tu“, mi rispondesti, guardandomi con quegli occhi che sembravano leggere dentro di me, “sei la prima persona con cui mi sono sentito davvero libero di essere me stesso. Grazie a te, sto iniziando a trovare la mia strada.

In quel momento, compresi che avevamo trovato qualcosa di raro e prezioso: un’amicizia vera, basata sulla fiducia e sulla comprensione reciproca. Continuammo a camminare insieme, sostenendoci a vicenda nelle nostre rispettive ricerche di identità, consapevoli che, nonostante tutte le difficoltà, avevamo trovato un rifugio sicuro l’uno nell’altra. E così, con il cuore leggero e la speranza nel futuro, ci avventurammo in avanti, due anime che, incontrandosi, avevano trovato una nuova forza e un nuovo scopo.

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E’ BELLISSIMA

Le settimane che seguirono il nostro primo incontro furono un susseguirsi di incontri casuali e chiacchierate sempre più profonde. Ogni volta che ci trovavamo nello stesso parco, era come se il tempo si fermasse e il mondo attorno a noi diventasse sfocato. Non importava quanto fossero diverse le nostre vite: tu, con la tua passione per la musica, e io, persa nei miei libri e nei miei sogni di viaggi lontani. Le nostre differenze, invece di separarci, sembravano unirci in un modo misterioso e inaspettato.

Ricordo un pomeriggio in particolare, quando ci sedemmo sotto un grande albero di quercia, le sue foglie formavano un baldacchino naturale che ci riparava dal sole cocente. Avevi portato con te la tua chitarra e, con un sorriso complice, mi hai chiesto se volevo ascoltare una nuova canzone che avevi scritto.

La musica è il mio modo di esprimere quello che le parole non riescono a dire“, mi hai spiegato mentre accordavi le corde.

Quando hai iniziato a suonare, sono rimasta incantata. Ogni nota sembrava raccontare una parte di te, un frammento di quel mondo interiore che tanto ammiravo. La tua voce, calda e avvolgente, si mescolava con il suono della chitarra creando una melodia che risuonava profondamente dentro di me. In quel momento, ho capito che non ero sola nel mio desiderio di qualcosa di più grande. Anche tu cercavi la stessa cosa, e la trovavi nella musica.

È bellissima“, ho sussurrato quando hai finito di suonare. “Grazie per averla condivisa con me.

Grazie a te per ascoltare“, hai risposto, guardandomi con quegli occhi che sembravano vedere oltre la superficie.

Col passare del tempo, la nostra amicizia si rafforzò. Condividevamo risate e silenzi, momenti di gioia e di riflessione. Ogni incontro era un’opportunità per scoprire qualcosa di nuovo, non solo l’uno dell’altra, ma anche di noi stessi. Parlavi dei tuoi sogni di suonare su grandi palchi, di portare la tua musica oltre i confini della nostra piccola città. Io ti raccontavo dei luoghi che volevo visitare, delle avventure che speravo di vivere.

E così, due vite, due percorsi diversi, continuarono a intrecciarsi in modi sempre più intricati. Ci trovavamo a passeggiare lungo il fiume, a esplorare angoli nascosti della città, a scambiarci libri e canzoni che ci ispiravano. Ogni giorno che passava, sentivo crescere un legame speciale, qualcosa che andava oltre la semplice amicizia.

Non sapevo come fosse successo, né perché, ma era chiaro che avevo trovato in te un amico vero. Un amico che capiva le mie paure e le mie speranze, che condivideva le mie gioie e le mie tristezze. E mentre il tempo passava, mi rendevo conto di quanto fosse raro e prezioso questo legame.

Guardandoti suonare una sera, sotto un cielo stellato, ho capito che la nostra amicizia era un dono, qualcosa da custodire e coltivare. E così, continuai a camminare accanto a te, lungo quelle strade parallele che, inspiegabilmente, si erano incontrate, trasformando la nostra vita in una melodia unica e indimenticabile.

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