L’ARBUSTO SOLITARIO

In un piccolo villaggio circondato da campi dorati e colline verdi, in un angolo tranquillo c’era un arbusto solitario. Era diverso dagli altri arbusti, non per la sua forma o il suo aspetto, ma per la sua storia. Era l’unico superstite di un antico giardino che una volta fioriva di colori e profumi.

Questo arbusto, chiamato Affetto, era circondato da una leggenda locale. Si diceva che chiunque avesse trovato l’arbusto, e avesse scoperto il suo segreto, avrebbe compreso il vero significato dell’amore. La gente del villaggio, curiosa e desiderosa di scoprire il mistero dell’arbusto, lo cercava instancabilmente.

Un giorno, Mario, un giovane del villaggio, decise di esplorare i dintorni alla ricerca di Affetto. Attraversò campi e boschi, seguendo antiche mappe e storie tramandate di generazione in generazione. Alla fine, giunse davanti all’arbusto solitario, e fu sorpreso nel vedere che non c’era nulla attorno a lui, niente… a parte l’amore!

Confuso, Mario si avvicinò all’arbusto e chiese: “Ma che amore è questo di cui parlano? Non vedo nient’altro qui!

L’arbusto rispose con una voce gentile: “L’amore che cerco di insegnare è invisibile agli occhi, ma vibrante nel cuore. Non si tratta di gesti grandiosi o di doni costosi, ma di piccoli atti di gentilezza, compassione e comprensione. È il calore di una mano tesa in un momento di bisogno, il sorriso che illumina il volto di chi soffre. L’amore che cerco di rappresentare è la forza che tiene unita l’umanità.

Mario rimase a riflettere su quelle parole. In quel momento, comprese che l’amore di cui parlava l’arbusto era più profondo di qualsiasi cosa avesse mai immaginato. Non era qualcosa che poteva essere toccato o visto, ma era una forza invisibile che legava le persone e rendeva il mondo un luogo migliore. Il giovane ritornò al villaggio con il cuore pieno di saggezza e raccontò la sua esperienza. La gente iniziò a capire che l’amore vero non era limitato a gesti spettacolari, ma si manifestava nelle azioni quotidiane e nell’attenzione agli altri. L’arbusto divenne il simbolo di quella verità, e il villaggio prosperò nell’ombra di quell’invisibile ma potente forza che univa le persone: niente a parte l’amore!

c.i.a.o., gp

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