UNA SENSAZIONE STRANA

Il tempo passava, e con ogni giorno che vivevamo insieme, sentivamo crescere dentro di noi una nuova consapevolezza. Il nostro legame, nato per caso e cementato dalla fede e dall’affetto reciproco, iniziava a rivelarsi come qualcosa di più grande, di più profondo. Avevamo trovato una forza l’uno nell’altra che ci spingeva a guardare oltre noi stessi, a considerare come potevamo mettere il nostro amore e le nostre esperienze al servizio degli altri.

Un giorno, durante una delle nostre lunghe passeggiate, iniziammo a parlare del futuro. Parlammo dei nostri sogni, delle nostre aspirazioni, e di come avremmo potuto fare la differenza nel mondo.

Sai“, dissi pensierosa, “ho sempre sentito che c’è una chiamata dentro di me. Qualcosa che mi spinge a dedicarmi agli altri, a fare qualcosa di significativo per chi ha bisogno.

Anche io ho questa sensazione“, rispondesti, stringendo la mia mano. “La musica è sempre stata il mio rifugio, ma sento che potrei usare questo dono per qualcosa di più grande. Forse possiamo trovare un modo per unire le nostre passioni e fare del bene insieme.

Quelle parole piantarono un seme nei nostri cuori, un’idea che iniziò a germogliare e a prendere forma. Decidemmo di dedicarci a un progetto comune: aprire un centro comunitario dove i giovani potessero trovare sostegno, ispirazione e una guida. Un luogo dove potessero esprimersi attraverso la musica, l’arte e la fede, trovando una famiglia allargata pronta ad accoglierli.

Era una scelta audace, una decisione che molti attorno a noi trovavano difficile da accettare. I nostri amici e le nostre famiglie ci guardavano con scetticismo, preoccupati che stessimo rinunciando a carriere promettenti e a una vita più stabile per inseguire un sogno incerto.

Siete davvero sicuri di voler fare questo?“, ci chiedevano. “Non è una scelta facile. Ci saranno tante difficoltà e sacrifici da affrontare.

Ma noi non ci lasciammo scoraggiare. La nostra fede ci dava la forza di credere che, nonostante le sfide, stavamo seguendo la strada giusta. Sentivamo che l’Amore, quello con la ‘A’ maiuscola, ci accompagnava e ci guidava verso questa missione.

Iniziammo a lavorare sodo, cercando finanziamenti, trovando un luogo adatto e coinvolgendo altre persone che condividevano la nostra visione. Non fu facile. Ci furono momenti di dubbio e sconforto, notti insonni passate a discutere e a pianificare. Ma ogni volta che le difficoltà sembravano insormontabili, trovavamo conforto nel nostro legame e nella fede che ci aveva uniti.

Finalmente, dopo mesi di duro lavoro, riuscimmo ad aprire il nostro centro comunitario. Fu un giorno di grande gioia, ma anche di timore. Eravamo consapevoli che il vero lavoro iniziava proprio allora.

I primi giovani che varcarono la soglia del nostro centro arrivarono con occhi pieni di speranza e di paura. Li accogliemmo con calore, offrendo loro un luogo sicuro dove poter essere se stessi, dove poter scoprire e coltivare i loro talenti. Ogni sorriso, ogni progresso, era una conferma che avevamo fatto la scelta giusta.

La musica e l’arte divennero strumenti potenti per comunicare e guarire. Organizzammo laboratori, concerti, serate di lettura e momenti di preghiera condivisa. Il centro iniziò a fiorire, diventando un faro di speranza per tanti giovani che trovavano in esso un rifugio e una famiglia.

Tanta strada ancora c’è da fare, e ogni giorno porta nuove sfide e nuove opportunità. Ma non ci lasciamo scoraggiare. Sappiamo che non siamo soli in questo cammino, che l’Amore ci guida e ci sostiene. E così, continuiamo a camminare insieme, mano nella mano, con la certezza che il nostro viaggio, per quanto difficile, è pieno di significato e di bellezza. Abbiamo scelto di vivere non solo per noi stessi, ma per gli altri, con il cuore aperto e la speranza di fare del mondo un posto un po’ migliore.

(…continua…) c.i.a.o., gp

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